Il sito di reselling StockX vale $1 miliardo di dollari
Il fondatore Josh Luber ha parlato del futuro del retail e dello sneaker world
28 Giugno 2019
Della storia di StockX, dalla sua genesi ai suoi ultimi successi, parliamo ormai da tempo, perché la parabola del sito di resale - per voler semplificare parecchio - fondato da Josh Luber riflette bene quella che è stata l'evoluzione dello sneaker world globale. Oggi arrivano due notizie importanti da StockX, che ancora una volta ci fanno riflettere sul presente e soprattutto sul futuro della sneaker culture.
In soli tre anni StockX ha raggiunto un valore complessivo di $1 miliardo di dollari, come la stessa azienda ha annunciato nei giorni scorsi. Un traguardo raggiunto grazie ad un investimento di $110 milioni di dollari da parte di una serie di investitori internazionali. Insieme a questa notizia arriva anche la nomina di un nuovo CEO: si tratta di Scott Cutler, ex dirigente di eBay, che ha dichiarato di voler utilizzare questi nuovi investimenti per incrementare ulteriormente la presenza di StockX sul mercato europeo e quello asiatico, concentrandosi inoltre sulla vendita di prodotti appena usciti. Josh Luber, fondatore dell'azienda, rimarrà comunque il volto di StockX.
Era lo stesso Josh Luber a prevedere una crescita di questo tipo, come ci aveva raccontato in questa intervista esclusiva:
Il mercato del resell delle sneaker è ancora solo un bambino. Ritengo che crescerà nei prossimi anni, e la vera ragione è che non è il mercato del resell a diventare più grande, ma sono il mercato primario e quello secondario a convergere. Oggi negli Stati Uniti il valore del mercato del resell è di circa $1,5/2 miliardi di dollari, a livello globale è tra i $5 e i $6 miliardi, e questo è solo il mercato secondario. Il mercato delle sneaker al dettaglio - il mercato primario - supera i $90 miliardi a livello globale.
I giganti dello sneaker world, primi fra tutti Nike e adidas, non hanno mai fatto dichiarazioni ufficiali sul mercato del resale, né tanto meno hanno mai fatto investimenti concreti in questo settore. Tuttavia, è innegabile che siano proprio gli stessi brand i primi beneficiari di realtà come StockX, che offrono la possibilità di acquistare (ovviamente ad un prezzo più elevato) sneaker uscite in edizione limitata o in quantità molto ridotte, facendo crescere a dismisura la domanda per un prodotto esclusivo. Non va comunque dimenticato che su StockX non si trovano solo sneaker, ma anche borse firmate, orologi e abbigliamento streetwear, un'offerta che rende il sito un diretto concorrente di altri marketplace come TheRealReal, leader del settore.
Molto interessanti sono le dichiarazioni fatte da Luber al New York Times e riportate da BoF, che ha descritto nel dettaglio qual è il progetto su cui vorrebbe concentrarsi ora. Quello che Luber vorrebbe fare è smantellare il sistema dei prezzi fissi di retail con un metodo simile a quello del mercato azionario, un'operazione su larga scala che il sito sta già provando a sperimentare con prodotti e brand selezionati. In parole semplici i prodotti non verranno venduti con un prezzo stabilito, ma saranno gli stessi consumatori a determinarne il prezzo in base alla loro offerta. Lo scorso gennaio StockX aveva tentato un'operazione di questo tipo con i sandali disegnati da Ben Baller, ottenendo più di 10 mila offerte nei tre giorni in cui gli item erano disponibili. Il sito aveva determinato a quale offerente sarebbero andati i sandali attraverso un complicato sistema di vendita all'asta, che ha fissato il prezzo finale dell'item a $210, il triplo di quanto sarebbero costati a livello di retail ma comunque meno della maggior parte delle offerte fatte. Sarebbero molti i brand interessati a replicare questo tipo di vendita, anche se Luber ammette che sarà un cambiamento lungo e graduale.
In soli tre anni StockX ha costruito una realtà ormai intrinsicamente parte dello sneaker world, con un sito che raccoglie oltre 15 milioni di visitatori al mese e che ha appena raggiunto un valore di $1 miliardo di dollari.