Milan Fashion Week SS2011: Second Day
25 Settembre 2010
"Se a una donna non piace vestirsi significa che sta male, significa che ha bisogno di una doccia di moda!" cit. Anna Dello Russo.
Cercando di riprendersi da quelli che vengono comunemente chiamati i "ringraziamenti", ma che in realtà non sono altro che party super lussuosi dove ogni drink è concesso, l'intero mondo della moda è pronto ancora una volta ad uscire dal guscio e farsi cogliere dalla nostra immancabile reflex! Giornata calda, forse anche troppo, tant'è che la direttrice di Vogue Japan ha deciso di rendere omaggio a "fratello sole" con una fetta di anguria sulla testa. Iniziamo con Krizia che propone le sue collezioni alle ore 16.00. Tonalità neutre, sempre calde, morbide. Tinte di beije avvolgono gli abiti a ricordare il candore della luna e tocchi di ecru rievocano la sabbia del deserto. Forme ed elementi tipicamente 70's, ma reinterpretati in chiave classica, bon ton. Ed ancora Prada alle ore 18.00. La tentazione di annullare il minimalismo era nell’aria da qualche stagione. Solo, forse, mancava il coraggio di farlo in via definitiva. E allora ecco la soluzione: inventare un ‘Minimalismo Barocco’ che, senza contraddizioni, salva l’heritage della griffe e al tempo stesso rivoluziona il guardaroba.
L’età del colore è la nuova era di Prada e della donna che veste Prada: un’esuberanza creativa mai vista, blocchi cromatici da far giocare in assolo o da mescolare insieme.Un omaggio ai grandi maestri del colore come Yves Klein o Frida Kaholo e alle grandi dive degli anni Trenta. E proseguiamo con Maurizio Pecoraro alle ore 19.00. Che la collezione sia ispirata alla grande mostra di Parigi su YSL è chiaro fin da subito. Il designer non fa mistero nello svelare che proprio l’impianto stilistcio del celebre couturier ha avuto un forte impatto sulla sua sensibilità creativa. Quello che segue è una visione molto personale e ben articolata di quella ‘grammatica’. Le linee scendono lungo la silhouette in maniera fluida e morbida, con una purezza e una semplicità pervase da un sottile flair anni Settanta che sfocia in una certa libertà da bohemienne. Ci sono suggestioni delicatamente campestri sia nella palette dei colori che nell’uso dei materiali.