Back Where We Started From Goes Punk. Issue #2 Boy London
24 Luglio 2010
Altro giro, altra corsa……parlando del punk, parliamo anche di fenomeni incontrollati, di manie che inspiegabilmente esplodono e svaniscono, arrivando alla malattia e alla frenesia del dio denaro e della fama…
La storia di Boy London, comincia nel 1972 con l’apertura di Acme Attractions , un negozio di abbigliamento destinato a divenire una sorta di factory. Aperto da Steph Raynor e John Krevine, in meno di due settimane dall’apertura si trasforma nel punto d’incontro del panorama musicale londinese, a cominciare dal leggendario Don Letts, che curava le relazioni con il pubblico all’interno del negozio, facendolo diventare un vero e proprio club. Tutte le personalità di spicco dell’epoca sono passate di lì: The Sex Pistols, The Clash, Patty Smith, Deborah Harry e Bob Marley.
Steph Raynor così ricorda quel periodo:
“We had an office with a (one)-way mirror, and we´d sit in there watching and pissing ourselves because we were so excited at how busy it was... I'd get home some nights and I´d have thousand of pounds to count out all over the carpet.”
Visto il successo riscosso dal movimento Punk ed il fortissimo riscontro avuto dal pubblico, i due soci Raynor e Krevine, decidono di chiudere Acme Attractions e di aprire un nuovo progetto, Boy, rompendo così il sodalizio con Don Letts, decisamente più concentrato ad affermarsi come manager musicale….
Boy diventa un nuovo punto di riferimento, ed esplode ai massimi livelli negli anni 80. La linea di abbigliamento omonima, diventa il must have del periodo, portata in auge da personaggi come Boy George, Pet Shop Boys, Jhonny Slut e molti altri.
Le grafiche di Boy sono le più imitate, dalla classica nera su sfondo bianco, alla gold edition, fino ad arrivare alla serie con il famoso smiley acid, simbolo della house music. Il fenomeno Boy London contamina tutti, facendo della moda una mania… Cycling shorts e bomber mozzafiato, crop tops e back pack in purissimo stile anni 80, tutti super logati, ad anticipare la tendenza nineteens, riproducendo in varie grandezze la scritta Boy e l’ormai riconoscibile aquila della Second World War. Per altri dieci anni Steph Raynor continua a cavalcare l’onda, segnando lo stile degli anni 90 in maniera inconfondibile….
La storia di Boy, è una storia lasciata senza fine, ma nel mistero della leggenda….nessuno sa perché il marchio non sia andato avanti con la produzione, né tanto meno se mai riprenderà il suo percorso. Ciò che sappiamo è che Stephen Raynor vive un nuovo progetto con lo shop Sick al 105 di Redchurch street, East London, un emporio dell’usato che offre di tutto, dalle biciclette di seconda mano, ad una selezione di capi vintage o ristampati della sua amata Boy, fino a posti letto per clienti vagabondi sul suo sofà per rent!!! Una sorta di stregone delle tendenze, anarchico ed edonista, sempre alla ricerca di nuove missioni da portare a termine, assorto nel suo mondo in passato come nel presente...