In riga.
14 Luglio 2010
Assolutamente no, lo giuro!
Non parlerò di equipaggi e di barche, in questo pezzo dedicato alle righe. Me lo sono imposta come dovere morale e fashionista, perché sento il desiderio di dimostrare come oltre al marinaio, nelle righe ci sia molto di più.
Lunghe e sinuose, brevi e distanti, larghe o strette, multi o mono, da sempre le righe fanno parte della nostra esistenza. Dalla scuola, dove svogliatamente le usiamo per ordinare i nostri pensieri sul quaderno, si arriva alla vita adulta, quando l’idea di mettersi “in riga” comincia a pesarci come una spada di Damocle sulla testa, di cui non ci si libera più. Riga più riga meno.
Righe capaci, ogni volta, di declinarsi in maniera differente e in base alle occasioni, uscendo fuori dai classici schemi che le vogliono relegate in cluster di abbinamenti già visti, già sfoggiati, da molti prima di noi.
Sì, perché le righe possono essere casual, senza essere da barca, da galeotto e non da mozzo, possono essere decorative ed estrose e non per forza bianche e blu, possono interamente vestire una persona, senza essere eccessive, donandogli una classe e una raffinatezza tale, che altre stampe e altri disegni mai potrebbero.
Le righe sono poi rock e romantiche, dure, chic e contemporanee, fuori tempo e modernissime allo stesso, fortemente comunicative riescono ad evocare sensazioni e significati sempre diversi, arricchendo in un sol colpo di allure ogni mise.
Oggi le righe poi si combinano tra loro, in un gioco al rincorrersi e al mischiarsi, senza regole; anzi dove la norma è l’assenza delle stesse, la voglia di sovvertire un ordine, per crearne di nuovi, diversi e sublimi.
Righe, infine, che hanno fatto la fortuna di stilisti come Paul Smith e Sonia Rykiel, Jean Paul Gaulitier e Ralph Lauren, capaci di usarle come mezzo e strumento di espressione, mai banale, ma sempre forte e dirompente.
Righe che vi suggeriamo di esibire su lunghi pantaloni freschi di lino, su giacche da rockstar in concerto, su abitini da cocktail mai scontati, su scarpe e borse, con un pizzico di verve in più.
La riga, del resto, affascina, slancia e costruisce la figura, la modella e l’esalta.
Basta scegliere quella che più ci si addice: verticale o orizzontale, obliqua o tratteggiata.
Noi, infine, con queste poche righe di saluto ci congediamo: alla prossima.
E voi, smettete di leggere tra le righe e uscite a fare shopping, ci sono anche i saldi!