From Peru with style – and heart
03 Giugno 2010
Lima, 2002: il caldo torrido della stagione estiva appena inaugurata non risparmia nessuno. Mision Misericordia nasce qui, così, all’ombra di un pensiero che porta il nome di due ragazzi francesi che da semplici turisti si sono trasformati in imprenditori di un progetto unico e di incredibile successo.
Tutto ha inizio quando Mathieu Reumaux e Aurelyen Conty (autore del logo del brand) decidono di visitare il Perù, nel luglio 2001, facendo poi ritorno in Francia con in testa l’idea di dar vita a un’iniziativa che potesse essere d’aiuto alla popolazione locale. I due studenti francesi ebbero infatti una visione, la cui esattezza sarebbe stata confermata anni dopo dal successo pressoché globale ottenuto dal brand da loro avviato: dare vita ad un progetto 100% made in Perù, che seguisse l’intero ciclo vitale dei capi, dalla loro nascita sotto forma di bozzetti fino al prodotto finale, distribuzione inclusa.
Magliette, felpe, pantaloni, sciarpe e abiti: tutto prende ispirazione dai colori e dagli odori di un Paese che, nonostante l’etichetta perbenista di “in via di sviluppo” ha tutta la voglia, la grinta e soprattutto le capacità per emergere. L’abbigliamento di Mision Misericordia può essere rapidamente descritto come “funzionale”, ma con quel tocco fashion che lo portato all’attenzione dei cool hunter occidentali prima, dei media e fashionistas globali poi. I capi infatti vengono ora venduti in punti vendita selezionatissimi come Colette a Parigi, 10 Corso Como a Milano e Oblomova a Via San Sebastiano, 20 a Napoli. In più, da due anni esiste un e-shop presso il quale è possibile ottenere uno sconto del 10% utilizzando il codice FSP29FEQ.
NSS ha intervistato uno dei fondatori di questo progetto che trascende i concetti di moda ed etica, dando vita ad un modello imprenditoriale unico nel suo genere.
1. Di che cosa ti occupavi prima di intraprendere l’avventura di Mision Misericordia? Raccontaci qualcosa della vostra vita prima di MM.
Prima di dare vita al progetto MM ero iscritto al corso di fine arts a Parigi, per poi diventare insegnante d’arte in una scuola di architettura.
2. Qual è la molla che ha spinto te e il tuo amico Mathieu a dare vita ad un progetto del genere?
Mision Misericordia è stata creata da me e Mathieu nel 2002. Mathieu è stato per la prima volta in Peru nel 2001, ed è rimasto immediatamente colpito dalla scoperta di una piccola scuola di cucito che si chiamava «Nuestra Señora de la Misericordia». Questo primo viaggio è stato seguito da un secondo sopralluogo, da cui Mathieu è tornato con un borsone stracolmo di giacche sportive realizzate localmente, ed è stato dopo quella sua esperienza in Perù che abbiamo deciso di tornarci insieme.
Nel 2003 siamo quindi partiti insieme alla volta del Perù, e ci siamo fermati là per circa un mese, per poi tornarci alter 3 volte per un totale di 4 mesi di permanenza.
A quel punto eravamo fermamente decisi all’idea di dar vita a qualcosa insieme…
La nostra era una visione molto semplice: dare un volto nuovo alle baraccopoli di Lima, cominciando con la creazione di un vero e proprio progetto artistico collettivo. Fin dall’inizio, Misericordia è stato infatti pensato come un brand d’abbigliamento in grado di coniugare esigenze di carattere sociale e filo-ambientali.
3. Com’è nato e cresciuto MM, ci sono momenti che ricordate con particolare piacere, momenti di gioia o anche legati a difficoltà che potete aver incontrato lungo il cammino?
Il progetto è iniziato con il semplice obiettivo di realizzare capi d’abbigliamento in una scuola di cucito situata in una delle zone più disagiate di Lima -Zapallal. La prima produzione poteva contare su un totale di 160 giacche e altrettante t-shirt, che furono poi spedite inn Francia insieme a video e foto che raccontavano la difficile realtà peruviana. Con quei materiali Misericordia organizzò quindi una mostra nel pieno centro di Parigi, nell’aprile del 2003, e fu in quell’occasione che incontrammo la stampa e I professionisti dell’industria della moda, che ci avrebbero in seguito proposto di organizzare la nostra prima sfilata.
Io e Mathieu a quei tempi non avevamo ancora alcun tipo di conoscenza dell’ambiente della moda, e ci trovammo improvvisamente catapultati in un universo per noi fino ad allora sconosciuto. Divenne essenziale cominciare a lavorare su questo aspetto in modo tale da strutturare al meglio il nostro progetto, volendo farlo crescere a metà tra Perù e Francia, e trasformare quei primi fortuiti incontri in relazioni durature.
Ovviamente la storia di Misericordia è fatta di momenti sia belli che brutti,che conserveremo ugualmente per sempre nella nostra memoria come parte integrante di questa straordinaria esperienza. Sia le esperienze positive che negative infatti ci aiutano ad imparare e migliorarci giorno dopo giorno.
Ogni singolo momento vissuto, persona incontrata, posto visitato sono stati preziosi e sono ora parte di noi.
4. Qual è la missione principale di MM?
La nostra è una missione di carattere sia sociale che ambientale.
Siccome pensiamo infatti che aiutare le persone e proteggere la natura siano due cose che dovrebbero andare di pari passo, gran parte degli abiti che produciamo sono realizzati in cotone organico, nonostante l’industria della moda tenda ad utilizzare per lo più il cotone indiano – più economico ma di scarsa qualità.
In Perù, ogni giorno combattiamo per la diffusione e l’affermazione di condizioni lavorative “environment-friendly”. Il consumatore deve poter vivere il prodotto che acquista in ogni suo aspetto, deve poterne comprendere le caratteristiche a partire dai metodi di produzione per una maggiore consapevolezza e per non cadere preda di quei grandi marchi che affermano di poter produrre capi di qualità a piccoli prezzi.
Inoltre, i profitti che realizziamo vengono utilizzati per supportare l’organizzazione della compagnia e l’ordine sociale interno pressochè unico che la caratterizza.
I dipendenti lavorano infatti in base a standard lavorativi molto alti, perchè per noi la qualità, considerata sotto tutti i punti di vista, è un requisito fondamentale. In ogni caso, raggiungere standard qualitativi così alti nei confronti dei singoli richiede sicuramente molto tempo.
I ricavi ottenuti dale vendite ci aiutano in questo, e ci permettono anche di fare nuovi investimenti.
Misericordia non si basa su processi produttivi in serie e dipendenti non vengono pagati su commissione. I ritmi lavorativi sono flessibili e consentono la realizzazione della crescita aziendale nel rispetto di valori umani e ambientali.
5. Figaro, Liberation, International Herald Tribune: cito solo alcune delle testate che in passato hanno citato voi e MM. Come avete vissuto il rapporto con la stampa, man mano che il vostro progetto s’ingrandiva?
Misericordia ha sempre dato molto valore a un buon rapporto con la stampa. Ci sentiamo molto fortunati ad avere avuto l’attenzione di riviste e giornali così prestigiosi, che hanno deciso di parlare di noi e della nostra storia, e ciò che vogliamo è che il messaggio legato all’iniziativa etica che abbiamo intrapreso venga compreso e si diffonda il più possibile.
6. Avete in mente iniziative particolari per il futuro di MM, quali sono i prossimi passi che vorreste intraprendere?
Tra le prospettive che vi si potrebbero presentare a questo riguardo, vi piacerebbe eventualmente sfruttare la luce che è stata gettata sul progetto in funzione di iniziative locali o partnership a carattere benefico/eco solidale/sociale?
Diciamo che sul lungo periodo Misericordia vorrebbe diventare il primo brand interamente peruviano riconosciuto a livello internazionale. È un obiettivo senz’altro molto ambizioso che finora nessun’altro brand è riuscito a realizzare. In America Latina ci sono riusciti solo alcuni marchi brasiliani, ma la strada per realizzare un obiettivo del genere è sicuramente ardua e necessita costanti sacrifici. In ogni caso la nostra ambizione non si ferma certo qui. Misericordia vuole infatti portare avanti anche un altro tipo di discorso, maggiormente orientato verso iniziative di carattere sociale.
Per noi è infatti importante che le persone che lavorano per Misericordia siano in grado di sviluppare e condurre un tipo di vita quanto più felice ed equilibrato, mettendoli nella condizione di poter mantenere pace e serenità. Si tratta di una vera e propria metamorfosi personale per persone che prima d’ora non avevano mai avuto la possibilità di andare a scuola e per quanti hanno ricevuto come unica forma di educazione quella della vita in strada.
Stiamo lavorando sodo per dare vita ad un processo duraturo che consenta di aiutare le generazioni peruviane anche per gli anni a venire.
Ed è esattamente questo ciò che vogliamo.
Lima, 2002: it’s summer, and the hot sticky seasonal weather hits the city one more time. Mision Misericordia was born here, and brings the names of 2 French kids.
It all began, in fact, when two French university students, Mathieu Reumaux and graphic artist Aurelyen Conty (author of the brand logo) decided to visit Peru back in July 2001, willing to build up a social project that would have helped the local community.
Mathieu and Aurelyen had a vision, that during the following years provided the brand they created with success and global recognition: their idea was to give birth to a 100% made in Peru project, with the aim of following the entire life cycle of each clothing item, from its first step as a handmade draft to the final product, distributon included. Today, Misericordia is managed by Aurelyen only who is the designer and takes charge of the workshop in Lima, Peru and of the showroom in Paris, France.
T-shirts, sweaters, trousers, scarfs and dresses: everything takes inspiration from the colors and smells of a place that, despite the prissy label of “developing Country” has all the intentions, the strenght and above all the skills to stand out. Mision Misericordia clothing lines can be described as “functional”, but with a certain fashion touch that let the brand reach Eastern cool hunters first, global media and fashionistas later. Now you can buy their clothes at exclusive selling points, such as Colette in Paris, 10 Corso Como in Milan and Oblomova (Via San Sebastiano, 20 – Naples). They’ve also opened an online shop two years ago where you can get a 10% reduction with the code FSP29FEQ.
NSS has interviewed Aurelyen Conty, one of the founders of this project that managed to blur the line between fashion and ethics, giving birth to a one of a kind business model. with the code
1. What was your main activity before creating Mision Misericordia? Talk us a bit about your previous life in France.
Before MM I was studying fine arts in Paris and then became an art teacher in an architecture school.
2. When did you conceive the idea of building the foundations of such a project, and what pushed you towards that decision?
Misericordia was created by me and Mathieu Reumaux back in 2002. Mathieu first came to Peru in 2001 and was intrigued by the school of sewing called «Nuestra Señora de la Misericordia». After a trip in Peru when he came back with a duffel bag filled with Peruvian sporting jackets, we decided to prepare the first journey together to Peru.
We thus took our first trip together in 2003 for 1 month, followed by three more trips for a total of four months.
Then we decided to give a true beginning to the project …
Our vision was simple: to give another face to the shantytowns of Lima in a fight against fate, starting with a true collective project of creation. Thus, from the first journey, Misericordia was thought of as a brand of clothing with a philosophy of production allying social and environmental respect.
3. How did MM born and grow up, are there specific moments that you remember with particular pleasure, either happy or difficult ones? Or both of them, since I guess the road to the success and notoriety you’ve reached wasn’t that easy.
The project began simply by making clothes in a school of sewing situated in one of the poorest districts of Lima -Zapallal. The first production resulted in the creation of 160 jackets and 160 T-shirts, which were returned in France, as well as a film and photos illustrating the difficult Peruvian reality. Misericordia organized an exhibition about the school’s Peruvian jackets in the center of Paris in April 2003, and on this occasion, we met the press and professionals of the fashion industry who invited us to participate in our first fashion show.
Me and Mathieu, at this time, had no knowledge of the environment of the fashion world and suddenly found ourselves propelled into this universe. Thus, it became necessary to work through the unfamiliarity in order to build the project between Peru and Europe and to transform the first fortuitous encounters into sustainable relations.
The story of our project, of course, is paved with both good and bad moments, which I will always keep in my mind as part of this extraordinary experience. Both positive and negative things in fact are useful for learning and improving ourselves day by day. Every single moment we've lived, person we've met, place we've been is precious and is now part of us.
4. What's the main mission of MM project?
Our mission is both "socially" and "environmentally" driven.
Since to us to help the people also means to protect nature, in fact, a large quantity of the clothes we produce are made out of biological cotton, though a large part of the fashion industry keeps on using Indian cotton - cheaper but with very low quality standard.
Every day in Peru, we fight to increase and impose more environment-friendly working conditions. It is a long-term project and a difficult task. The consumer has to delve into the story of the product that he buys and understand the philosophy of its production, without falling prey to the big brands who claim to make quality products cheaply.
In addition to that, the profits we make are used to support the organization and the unique social order of the company.
The workers are held to a high standard of quality, because quality is a primary concern of Misericordia. To achieve that high standard of quality with individuals who start out with a limited knowledge of the industry requires a lot of time.
But the profits we make allow us to assume this working environment and also to make new investments.
Misericordia does not use the assembly line process and the sewers are not paid on commission. The rhythm of the work is thus more flexible and allows for the establishment and growth of the values of quality and respect.
5. Figaro, Liberation, International Herald Tribune: I name only a few of the international newspapers that in the past have interviewed you or cited you and MM. How have you been living the relationship with the press, while your project was growing bigger and bigger?
Misericordia has always very much valued the relationships with the press. We all feel very lucky to have such great newspapers and magazines write about us and our story and what we really want is for our message and our ethical project to be understood and spread around.
6. Do you have any kind of special initiative in your mind for the future of MM, what are its next steps?
Talking about perspectives, would you like to take advantage of the attention that was thrown on this project to eventually realize local or global inititatives focused on benefic/eco-solidal/social issues?
Over the long-term Misericordia wants to become the first Peruvian brand recognized on an international level. It is an extremely ambitious objective which still has yet to be reached by any Peruvian brand. In Latin America certain Brazilian brands have managed to reach such a level, but the road to realizing such an achievement is long and requires constant sacrifices. However, the ambition does not stop there. Misericordia also wants to bring about and be recognized for its social progress.
To us, it is important that the people who work at Misericordia can develop and lead a successful life, allowing them to attain a certain level of happiness, peace, and social stability. It is a personal metamorphosis for people who have not had the chance to go to school and who in many cases have grown up and had their only education in the streets.
We are working hard In order to start a process of change over several generations in Peru.
That's what we want: creating an enduring process able to help out those generations for the years to come.