Back where we starter from: Mr. Fish
09 Aprile 2010
Può un uomo legato alla tradizione sartoriale essere sdoganato e reso libero? Come d’incanto colorato in fantasie psichedeliche, tinte fluorescenti, derivazioni femminili, foulard e tessuti leggeri. Accadde cinquanta anni fa nella Swinging London, in una decade dove tutto era possibile, in una città aperta a contaminazioni di stile, alle influenze dell’osservare, slegata dai clichè del giudizio, libera dalle nozioni dell’apparire come uno status, come una dimostrazione di cosa si ha e cosa non si vuole essere. Ancora una volta la moda, la moda legata all’arte e all’espressione di un malessere è la portabandiera di una concezione affascinante: l’uomo e l’allegria del vestire, il divertimento dello scegliere senza confini di sesso, senza confini di età ed impieghi.
Il salvatore del menswear ha un nome, un nome poco noto ai più, un nome legato all’eccesso, un nome fragile, un nome importante. Mr. Fish, colui che ha tradotto le volontà del Swing e della voglia di novità in tagli, colori e tessuti per lui. Dagli esordi nella camiceria di Jermyn Street fino alla boutique in proprio a Saville Row, la sua tendenza al pop è chiara. Arriva poi l’invenzione ed il boom nella società: la “Kipper Tie”, una cravatta dal nodo grosso, corta, tono su tono con la camicia, un successo fra i gentlemen londinesi più audaci a cui piaceva trasgredire e trasformarsi in dandies psichedelici. Era l’inizio della “Peacock Revolution”, uno slancio verso l’unisex, una liberazione dal piombo, una corsa verso il vanesio. Colli montanti, pantaloni e stivali raccordati, accessori visti non più come fronzoli, ma come parti essenziali della leggerezza della vita. L’uomo immaginato da Fish, indossa giacche Nehru, velluti di ogni sorta, foulard, camicie ricche in rouches e crea il suo stile da sé e la boutique londinese accoglie a braccia aperte il mood del self service. Per la prima volta lo stilista diventa celebrità, tutti seguono il suo approccio con la moda. David Bowie, Mick Jagger, David Bayle, il duca di Bedford, il gruppo "The Who" e persino Muhammad Alì, per cui disegnò l’accappatoio di raso bianco indossato nel 1974 per salire sul ring contro Foreman.
Come spesso accade, la sua carriera fu fulminea. Mr Fish si ritira dalla scena, ed entra in una dimensione spirituale, legata a diversi culti. Comincia a pregare e meditare, come se la realtà al di fuori fosse altro da sé, qualcosa di poco conto e non più interessante. La sua realtà era stata vissuta e cambiata, così come la sua missione compiuta:
"Siamo stanchi di vedere la ricca gioventù con l’orologio Cartier al polso, scarpe di Gucci, penna d’oro, abito in mohair e le loro iniziali ovunque."