IED Roma è riuscito a reagire da subito a questa situazione, prima di tutto facendoci capire che stavano lavorando costantemente per noi. Ho avuto pazienza e fiducia, ma soprattutto ho compreso che il poco tempo che, giustamente, si sono dovuti prendere altro non era che un modo per organizzare tutto al meglio. Le lezioni da casa permettono di essere seguite ovunque tu sia, e questo secondo me è un bene; però mi ritengo una nostalgica e per me nulla vale quanto un incontro one to one dal vivo. La connessione spesso e volentieri non è stata dalla nostra parte, quindi questo si può considerare un contro.

Le industrie del fashion e del design sono state fra le pi​ù ​colpite dall’​isolamento. In qualit​à ​di consumatore e di futuro addetto ai lavori, quali saranno le conseguenze peggiori di questa crisi?

Le industrie del fashion e del design sono state tra le più colpite è vero, ma sono riuscite a convertirsi e a stare dalla parte dei più deboli producendo mascherine e camici per gli ospedali. Non penso sia una cosa da sottovalutare o un qualcosa che le persone dimenticheranno. Ormai è risaputo che i danni economici, come in tutti i settori, saranno ingenti e di sicuro la moda ne risentirà, ma prevedo un ritorno a un’era pre-consumismo: non più consumo sfrenato, ma un ritorno alle cose di valore, al made in Italy e a materiali innovativi e più ecosostenibili. La moda ha finalmente compreso che la comunicazione nell’era digitale aveva bisogno di un cambiamento, e non a causa di una pandemia. L’apocalisse era già alle porte da tempo, ma c’era chi faceva finta di non vedere. Da qui bisognerà ripartire e cercare di convertire - così come è stato fatto per la produzione - anche abitudini ormai obsolete. La conversione porterà una ventata di aria fresca e aiuterà a risolvere situazioni compromesse. Io sono fiduciosa.