Chantal Cammarata
Università Iuav di Venezia
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Corso di laurea in Design della Moda, III anno
22 anni
Voghera (Pavia)
Le scuole sono state fra le prime strutture ad adeguarsi alle nuove misure di emergenza. Il tuo Istituto in che modo si è comportato? Quali sono secondo te i pro e i contro delle lezioni da casa?
Le lezioni online sono una soluzione efficiente per questo periodo ma sinceramente, se potessi, farei di tutto per tornare nella mia università, con i miei compagni e i miei professori. Siamo come una grande famiglia ed è strano, perché non avrei mai pensato di trovare un mood così. E ora, questo mi manca: mi manca il confronto con i compagni, le revisioni settimanali faccia a faccia con i professori, tutto. Nonostante il nuovo metodo didattico, i nostri laboratori vanno avanti nel miglior modo possibile, i professori capiscono il momento e ci spronano a concludere questo ultimo lab nel modo più giusto e normale possibile. Se avessi potuto scegliere però, avrei preferito fare la quarantena rinchiusa in università! ahah
Le industrie del fashion e del design sono state fra le più colpite dalle conseguenze dell’isolamento. In qualità di consumatore ma anche in qualità di futuro addetto ai lavori, secondo te quali saranno le conseguenze peggiori di questa crisi?
Sicuramente la perdita più grande per queste attività è stato il profitto. L’unico modo per alleviare questo problema in un momento così, era affidarsi alla vendita online e ho visto molto interesse anche da parte di persone che magari prima non sapevano neanche cosa fosse l’e-commerce, che però hanno iniziato a usufruire di questo servizio. Come il detto “Se Maometto non va alla montagna la montagna andrà da Maometto”. Questo periodo forse ha fatto scoprire opzioni diverse per poter comprare un prodotto e in un futuro dare più opportunità per scegliere e comprare un capo. La moda è un mezzo di comunicazione globale, velocissimo, dove si fa a gara per produrre materiale visivo capace di incuriosire e per rendere memorabili i loro prodotti. Una volta un professore ci fece guardare molte foto velocemente e ci chiese quali ci ricordassimo: su un centinaio ce ne saremo ricordate 2, perché, non avendo il tempo di studiare la foto, aveva preso il sopravvento l’impatto visivo che queste hanno generato su di noi. Questo mi ha fatto riflettere. Ho pensato che forse tutta questa velocità non mi facesse godere ciò che possedevo perché, nel momento in cui ce l’avrei avuto, avrei desiderato altro , non godendomi ciò che già possedevo. Mi spiego meglio: siamo condizionati cosi tanto da tutto quello che ci circonda, che forse questo periodo ci ha aiutato a capire che magari bisogna rallentare un po', darsi un po' di respiro, sia consumatori che produttori, però in realtà so già che non avverrà mai.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena, qual è la soluzione per continuare a essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Devo dire che non è stato facile, sono una persona che ha sempre osservato e ascoltato ciò che la circonda e molto spesso gli stimoli creativi sono nati proprio in questo modo. Per fortuna sono anche molto curiosa, e in quarantena faccio molta ricerca creando un effetto a catena di informazioni che mi aiutano a trovare gli stimoli. Guardo ogni genere di film, leggo, ho ripreso in mano alcuni miei vecchi lavori che per tematica, forma o concetto mi interessavano e ci ho rilavorato.