Elisabetta Creuso
Politecnico di Milano
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Design della moda
22 anni
Monza
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
Sempre in movimento, per via dei ritmi frenetici ai quali ero abituata, non è stato facile accettare da subito questa situazione di completa immobilità. Ho dovuto, fermarmi e restare a guardare senza poter far nulla, consapevole della mia incapacità di tener tutto sotto controllo.
Le giornate che all’inizio sembravano infinite ora iniziano a prendere forma e si riempiono di sempre più di cose da fare, trasportandomi in una nuova realtà, in cui vecchie abitudini vengono sostituite da delle nuove. Cerco di dedicare più tempo a me stessa, ritagliando sempre più momenti, nell’arco della giornata, per attività che prima trascuravo a causa dei ritmi accelerati, smorzando così la mia costante ricerca del controllo. Ho riscoperto una parte di me, che da tempo avevo messo in disparte sentendomi più libera per potermi focalizzare maggiormente sui miei obbiettivi e sfruttare il tempo a disposizione per raggiungerli. Non sono mancati momenti con una buona e sana self care, tra maschere e skin care, ma anche momenti di work out giornaliero.
Lontana dalla mia tanto amata ma caotica e sempre in corsa, Milano ho riscoperto la semplicità ed il silenzio dei campi che circondano la mia casa e la serenità delle passeggiate con i miei animali.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Non è di certo facile trovare l’ispirazione per alimentare la propria vena creativa, in uno spazio circoscritto e abitudinario privo di stimoli esterni. La mia curiosità innata e irrefrenabile, ha avuto però la meglio, e ho riscoperto archivi storici di editoriali raccolti e collezionati nel tempo da me e dalla mia famiglia. Quel gusto passato, ormai sempre più distante e lontano, della carta stampata ha aggiunto notevole creatività al mio immaginario produttivo, che da sempre si è riferito a contenuti digitali. Da vera amante di epoche passate quale sono, perché non sfogliare vecchie riviste di moda con un il sottofondo di un groove musicale? La musica, è ciò che più di tutto mi ha accompagnato ed ispirato per l’intera durata della quarantena.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
La mia più grande paura, penso si possa esplicitare in un'unica parola, cambiamento. Non mi sono mai piaciuti i cambiamenti ed e difficile riabituarsi ad una nuova realtà, che va al di là della propria confort zone. Allo stesso tempo però è nata in me la speranza di vedere un mondo diverso, forse migliore in alcuni aspetti. La distanza sociale, in cui ci ha costretti questa situazione, spero non si tramuti in un futuro sempre più distaccato e freddo, troppo digitalizzato, con sempre meno contatti umani e di conseguenza meno occasioni e voglia di conoscere anche quei tanto amati sconosciuti.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Nonostante tutto, cerco di essere positiva e curiosa verso il futuro che mi aspetta, anche se con una po' di timore. Confido in un futuro, in cui le persone siano più consapevoli e sensibili nei confronti di tematiche sociali ed ambientali, che abbiano la forza di impegnarsi in modo reale e autentico per ottenere un vero cambiamento. Ciò che dobbiamo imparare è l’importanza della condivisione e dell’adottare comportamenti più adeguati in un’ottica di consumo più responsabile e sostenibile.