Stefania Gagliano
Università Cattolica del Sacro Cuore
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Gestione di contenuti digitali per i media, le imprese e i patrimoni culturali (GeCo), I anno magistrale
23 anni
Villasanta (Monza Brianza)
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
Dopo due mesi di quarantena sembra quasi di aver sempre vissuto così. La mia quotidianità è stata stravolta, come è successo alla stragrande maggioranza delle persone. Fortunatamente, a fine febbraio ero già tornata a casa dai miei genitori dopo la fine degli esami, quindi sono rimasta qui. Da studentessa fuori sede ho una stanza in affitto a Brescia per frequentare le lezioni che adesso è inutilizzata. In questo momento ci troviamo tutti in una situazione difficile, in particolare per me è pesante non poter uscire liberamente e vedere i miei amici come prima.
La mia giornata è sempre piena, l’università ha messo a disposizione molto materiale e ci sono sempre tantissime cose da fare tra lezioni, studio e altri progetti… diciamo che non ci si annoia mai! Per quanto possibile cerco anche dei momenti di svago per esempio leggendo, guardando serie tv e film, facendo attività fisica e passando del tempo con la mia famiglia.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
In questo periodo per me è abbastanza difficile trovare l’ispirazione, mi sento schiacciata dalla situazione e dai pochi stimoli che mi circondano. Il migliore modo per aumentare questo flusso di creatività è ritrovarsi e riscoprirsi, provando a sfruttare questa fase in modo da esplorarsi e provando anche a rilassarsi. Le stesse scadenze universitarie, anche se un po’ opprimenti, mi aiutano a concentrarmi e mi obbligano a svegliare la mia creatività “assopita”. Come al solito gli spunti sono i film e i libri, oltre ai diversi mood board che creo con immagini relative ai miei interessi.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
Al momento ho due grandi paure e la più grande è sicuramente quella di non poter più stringere le persone che mi sono più care. Oltre a questo aspetto personale mi preoccupa l’economia, la situazione italiana e mondiale in generale… Spero che questa esperienza possa essere sfruttata per capire che la normalità di prima era il problema, instaurando un cambiamento interno, e di conseguenza esterno, in tutte le persone e i loro differenti settori d’impiego.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Sì, certo! Provo ad immaginarlo ogni giorno, soprattutto adesso che iniziata la Fase 2. Ad essere sincera, ogni tanto la mente fa brutti scherzi e non permette di proiettarsi verso una situazione troppo positiva, ma poi penso che stiamo davvero ripartendo, gradualmente e con cautela, e che anche dal settore sanitario arrivano delle notizie che fanno ben sperare. Spero quindi in un futuro post-Coronavirus positivo e migliore, nonostante la nuova paura di uscire. Credo in noi.