Remo Vanacore
IUAD Accademia della Moda
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Fashion design, II anno
19 anni
Casal Di Principe (Caserta)
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
Dal 9 marzo la mia quotidianità è cambiata completamente. Fino a qualche settimana prima avevo una vita frenetica, tra treni per arrivare in accademia, scadenze per le prove, lezioni di sartoria e la mia vita sociale. Sono passato dall’eccesso al nulla più totale, dalla sveglia alle sei a non aver più la concezione del tempo che scorre, da essere un pozzo di idee alla paura di diventare arido, perché la cosa che più risente di questo stato che stiamo vivendo è la creatività. Cerco di riempire la mia giornata tra lezioni, chiamate con gli amici, disegni, pittura e musica anche se è difficile fare tali cose per sola passione sapendo che sono le uniche vie d’uscita dalla monotonia, ed essendo forzate da questo periodo non soddisfano come quando vengono fatte per pura esigenza creativa.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
La mia creatività è quella che ne risente di più in questa situazione, dato che sono abituato a vivere di stimoli che provengono da quello che mi circonda: tra cui suoni, rumori, immagini ed esperienze. Queste vengono poi immagazzinate nella mia mente e rilasciate come idee tempestive in quei pochi attimi di tranquillità che ho nella mia giornata. Inizialmente per me è stato molto difficile creare qualcosa, perché essendo segregato in casa non sviluppavo progetti solo per passione, ma anche per la sopravvivenza della mia stessa creatività che a volte ribellandosi non mi lasciava quel senso di soddisfazione che ho di solito alla fine di un duro lavoro. Attualmente ricerco stimoli nella musica, negli album dei ricordi di famiglia e nei miei taccuini pieni di scarabocchi, cercando di reinterpretare e rivivere le mie emozioni infantili cercando di ingannare la mia mente e illudendola di essere tornata libera.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
La mia più grande paura è quella di spegnermi, di non essere più creativo come prima e di diventare standard, di non vivere di quei sogni di cui mi cibavo di notte per stare sveglio a studiare o tutto il giorno a cucire, in brevi parole di non continuare a essere la persona idealista che penso di essere.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Cerco d’immaginare il futuro continuamente e me l’aspetto come una corrispondenza di quelle che sono le mie esigenze del momento, ovvero la voglia di perdermi e riscoprirmi in tanti posti nuovi e completamente diversi, comunicare chi sono al mondo, le mie idee, sensazioni, semplicemente di vivere quelle che sono le tappe che avevo sempre immaginato per me cercando di trovare quell’equilibrio che visualizzo nella mia mente da tempo.