Michele Cima
IED Milano
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21 anni
Bergamo
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
Fortunatamente avendo lezione online tutti i giorni la mia quotidianità è rimasta invariata. Dovendo restare a casa ho recuperato il tempo del tragitto verso l’università che utilizzo per attività con la famiglia e per approfondire tematiche che mi appassionano.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Il sentimento che nutre maggiormente la mia creatività in questa quarantena è l’impossibilità di esplorare il mondo e le sue diverse culture, immaginando come sarà viaggiare e relazionarsi con l’altro quando tutto questo sarà finito, il nostro rapporto con le cose che ci circondano. Mi auguro che quando si potrà tornare a uscire i valori cardine della nostra esistenza avranno acuito solidarietà e responsabilità verso un futuro migliore.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
In questo momento la mia paura più grande è la possibilità di perdere persone a me care che per ovvi motivi sono esposte maggiormente al rischio del virus. Penso che sia la paura più pragmatica di questo periodo. Al tempo stesso reagisco cercando di passare più tempo possibile in loro presenza, anche virtualmente, per cercare di rendere meno ostile e cupa questa quarantena.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Il futuro post-Coronavirus che mi immagino è positivo. Positivo perché nonostante dovremo affrontare diverse difficoltà molto gravi penso che questo periodo abbia scaturito delle riflessioni sul nostro stile di vita, per lo più delle volte frenetico, facendoci riscoprire il valore dei piccoli gesti e della quotidianità. Il mio auspicio è quello che nel post-Coronavirus le persone siano più solidali tra di loro e credo che la creatività sarà un mezzo con cui potremo sviluppare soluzioni per rendere più etiche e piacevoli le nostre attività ricreative.