Greta Pennacchini
Polimoda
Share
21 anni
Riccione
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
La mia quotidianità, come quella di tutti, è stata stravolta, da studentessa fuori sede stavo fuori tutta la giornata per partecipare alle lezioni, lavorare con i miei compagni, fare le commissioni, uscire con gli amici. Ovviamente senza quello che rappresenta la maggior parte della quotidianità, ovvero le interazioni sociali, la vita cambia completamente. Penso che tutti all’inizio e forse un po’ ancora adesso ci siamo sentiti spaesati, senza uno scopo o un futuro ben definito, nessuno si aspettava o era pronto a quello che è successo. Perciò ognuno si è adeguato come ha potuto a questa situazione senza precedenti. Nel mio caso, per fortuna sono riuscita a tornare a casa dalla mia famiglia, appena prima dell’inizio del lockdown e questo contribuisce a creare una fittizia aurea di normalità che non è poco, viste le conseguenze a livello psicologico che porterà la quarantena. Durante la giornata partecipo alle lezioni online, lavoro ai progetti per l’università e cerco di distrarmi leggendo libri, guardando film o serie tv, facendo shopping online, passando più tempo con la mia famiglia. Sto cercando di sfruttare questo tempo, per imparare di più, documentarmi su argomenti che possono servirmi in futuro. Vedo questo momento di quarantena come un’opportunità invece che uno svantaggio e ritrovo nello stare in casa e nell’isolamento una forma di self-care.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
In questo momento privo di stimoli mi sono trovata in difficoltà dal punto di vista creativo, purtroppo non ho ancora trovato una soluzione generale ma penso dipenda da cosa ognuno è ispirato. Nel mio caso mi ha aiutato guardare vecchi film, documentari o leggere classici e soprattutto avere una playlist con brani che sono in armonia con il mood del progetto. Onestamente però penso che tutto ciò vada affrontato con naturalezza, senza alcuno sforzo di dover per forza produrre qualcosa. Trovo controproducente sforzarsi costantemente ad essere creativi, a volte bisogna ascoltarsi e fermarsi prima di ricominciare.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
Sicuramente il mio pensiero va al futuro e all’incertezza che comporta: a cosa fare quando tutto ciò sarà finito e bisognerà tornare alla normalità e come essa ne risentirà, sotto tutti i punti di vista. Per il momento cerco di non pensarci, non si può predire ciò che accadrà e come sarà gestito.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Cerco di non farlo, non si può predire ciò che accadrà e come sarà gestito e nonostante i dati non siano positivi, sono convinta che da situazioni drammatiche come queste, nascano opportunità nuove e per il momento non posso far altro che sperare.