Alessia Crova
IED Milano
Share
22 anni
Milano
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
Abito a Milano e da quando è stato dichiarato lo stato di isolamento non sono mai più uscita da casa mia se non per fare la spesa una volta. Ho dovuto imparare tante cose nuove che questa situazione atipica ha richiesto, ma la difficoltà maggiore rimane legata al mio progetto di tesi di laurea che stiamo svolgendo da remoto con un gruppo di altre 12 persone e due relatori. Impegno le mie giornate col lavoro universitario, concorsi extra curricolari, leggo, disegno, faccio dell’esercizio fisico.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Per rispondere a questa domanda vorrei affidarmi alle parole del designer ed educatore Victor Papanek: "Il design è diventato lo strumento più potente con cui l'uomo modella i suoi strumenti e ambienti (e, per estensione, la società e sé stesso)." Questa situazione surreale ha richiesto a me (e non solo) di adattarsi, di modellarsi e questo di per sé io lo considero già un atto creativo. Restare creativi dal mio punto di vista ha significato proprio questo: aprire la mente alle difficoltà e limitazioni dell’isolamento e leggere tutto ciò che mi si presenta intorno come un vero e proprio fumetto fantascientifico. Ho iniziato a disegnare delle vignette, un po’ ironiche, cercando di descrivere la mia e la nostra condizione, come se fossi capitata su un altro pianeta, come qualcosa di alieno (le pubblico quasi ogni giorno sul mio profilo Instagram). Poter vedere in questo modo più distaccato e buffo il mondo che ci circonda mi ha regalato, oltre che qualche sorriso, spunti di riflessione davvero stimolanti che ho riversato poi nel mio lavoro. Successivamente ho aperto questo “progetto” a tutte le persone che potevo raggiungere telematicamente, facendola diventare una sorta di grande rete comunicativa e aggregativa. Ne ho tratto grande beneficio e ho confermato la versione di Papanek: la creatività è uno strumento potente di cui siamo tutti un po’ dotati, gli stimoli in isolamento non mancano, è il nostro sguardo ad esso che fa la differenza.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
Mi spaventa molto il giorno X in cui l’isolamento verrà sciolto, anche se solo parzialmente. Quel giorno mi preoccupa perché è estremamente delicato, desidero fortemente poter tornare all’aperto e pian piano alla mia normalità e come me lo desiderano molte altre persone. Non vorrei che dopo tanti sacrifici, solo perché agogniamo la possibilità di ri-stabilizzare la situazione, commettessimo un errore che costerebbe davvero caro.
Un altro timore riguarda il mio futuro. Tra qualche mese il mio percorso universitario dovrebbe giungere ad una conclusione e dopodiché si sarebbe dovuto aprire il grande capitolo successivo: uno stage, un master o il lavoro vero e proprio. Come dicevo prima, fidarsi sarà un gesto audace e temo che con questa situazione le mie opportunità possano essere assai limitate. Per ora mi sto concentrando sul chiudere al meglio i miei ultimi mesi da studente e di restare ottimista, certo però ogni tanto mi capita di rifletterci.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Ovviamente! Chi di noi non lo sta facendo? Sento molta gente discutere se quest’esperienza ci cambierà oppure no, se torneremo davvero alla nostra vecchia “normalità” o se in qualche modo saremo segnati. Personalmente io per il momento ho avuto la fortuna di non aver subito gravi perdite e tutto sommato sono riuscita a creare abbastanza rapidamente una nuova routine, ma nonostante ciò ho avuto modo di riflettere sul mio comportamento pre-Coronavirus e di rendermi conto che davo tante cose per scontate. Durante la quarantena ho visto per la prima volta Il sorpasso, una pellicola storica di Dino Risi e nonostante fosse del ’62 mi sono sentita io a bordo di quella Lancia Aurelia, adesso, nel 2020. La domanda che mi sono posta durante lo scorrere delle immagini è stata “Ma tu chi sei dei due? Roberto che vive secondo le regole sociali, o Bruno che ne è totalmente al di sopra?” - ed è stato triste ammettere che un po’ la vita da Roberto l’ho fatta. Senza fare spoiler, consiglio a tutti di vedere quel film e di farsi la mia stessa domanda: io ho capito che nel mio futuro post-Coronavirus, a prescindere da tutto, voglio essere un po’ di più Bruno e mi sono fatta questa promessa, il resto si vedrà.