Giacomo Dubini
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti
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Design del prodotto, III anno
24 anni
Milano
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
La mia quotidianità è cambiata in maniera sostanziale: prima passavo gran parte del tempo in università e tornavo a casa per cena. Ora passo il tempo in casa e mi diletto cercando ogni giorno qualcosa di diverso da fare rispetto al giorno prima, per esempio leggo libri che non ho mai avuto il tempo di leggere oppure trascorro le giornate a cucinare qualcosa o a pulire le scarpe in quanto grande appassionato e talvolta restaurarle (per quanto riesca). Cerco in qualche modo di organizzare il futuro perlomeno dal punto di vista delle idee, pur non essendo facile stando in casa. Inoltre come ultima cosa ma non per ordine di importanza mi sto concentrando sulla tesi.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
La soluzione a parer mio è cercare di avere sempre qualcosa da fare, cercare di non annoiarsi e di non poltrire, salvo ovviamente momenti morti della giornata. La creatività la si trova ovunque, ogni oggetto (per me che studio design) può essere fonte di ispirazione oltre ad un modo per distrarsi. Molti oggetti possono essere migliorati/implementati, per renderli più efficaci: anche solo sulla carta, può essere un esercizio per la mente. Non deve mancare la motivazione nel fare tutto ciò che riteniamo più opportuno, anche nelle piccole cose: uno può essere creativo mentre cucina o mentre lava il pavimento. Ciò dipende da quanto cuore metti nel fare le cose, in questo momento i lavori a casa.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
In questo momento la mia più grande è il non ritorno alla normalità nel breve tempo. Può durare ancora per molto questa situazione.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Immagino molti cambiamenti a livello di vita, molto più “online”, molte aziende adotteranno lo smart-working, altre meno, cambierà il modo che avremmo di spostarci dal paese alle città, molta meno affluenza, città più libere dal punto di vista lavorativo. Cambieranno i modi di porci con le altre persone, quasi sicuramente, cambieranno le relazioni e i modi di fare.