Alessio Ramundo
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti
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Design del prodotto, III anno
24 anni
Celledizzo di Peio (Trento)
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
La mia quotidianità è parecchio cambiata in quanto le attività di svago che prima potevo condurre senza alcuna restrizione sono notevolmente diminuite. Mentre prima quando volevo un momento di pausa potevo vedere amici, uscire e chiacchierare, ciò che mi rimane ora è una semplice videochiamata, metodo che ho sempre odiato e per questo motivo non ho mai messo in atto prima di questo periodo di quarantena. Ora le mie giornate sono monotone in quanto seguano sempre la stessa routine, mi alzo, faccio sport quando ho voglia e poi le attività che reputo più interessanti sono la lettura di libri, e lo studio di reference inerenti al mio futuro progetto di tesi. Per il resto trovo noioso anche guardare serie tv, in quanto molte sono noiose e penso che non mi aiutino ad incrementare la mia cultura.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Il mio lavoro si nutre di creatività e per far si che essa venga alimentata l’unico sistema secondo me è quello della lettura. La lettura apre un mondo infinito di possibilità e idee. Oltre a questo, per il carattere che ho, cerco di non demordere e di non essere pigro, ma non ho una reale soluzione che possa andare bene a tutti per usare al meglio la propria creatività.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
La mia paura più grande e non riuscire a portare a termine la tesi come vorrei, allo stesso tempo cerco di ricredermi sul fatto che stare in casa 24h/24h sia uno svantaggio, anzi cerco di interpretare questa cosa come una “prigione che aiuti a formare noi stessi”.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
No, non riesco a concentrarmi sui miei pensieri a pieno come vorrei, quindi cerco di non divagare pensando a ciò che per ora (penso) potrebbe non servirmi. Caso mai sto pensando a come le persone si relazioneranno tra di loro dopo questa epidemia e ai possibili sbocchi a livello progettuale nell’ambito del design.