La mostra Betye Saar: Uneasy Dancer arriva a Milano
@ Fondazione Prada
14 Settembre 2016
@ Fondazione Prada
Cianfrusaglie da buttare o memorabilia carichi di grande valore storico? Ce lo chiediamo quando cerchiamo giustificazioni alle nostre manie da accumulatori seriali, se lo chiedeva Don DeLillo nella stesura di quel tomo di più di 800 pagine che è Underworld mentre ammirava le Watts Towers – “cattedrale del jazz” di Los Angeles edificata da Simon Rodia con materiali di scarto – e, di fronte alla stessa struttura, ha iniziato a chiederselo anche l’artista americana Betye Saar, quando negli anni ‘30 la visitava con la nonna.
La Saar ha scelto la via della memoria storica e ci ha costruito sopra una carriera, fatta di assemblage, collage ed installazioni, da oggi in mostra a Milano, nella splendente cornice di Fondazione Prada.
La mostra, Betye Saar: Uneasy Dancer, comprende più di 80 opere realizzate dall’artista dal 1966 ad oggi e ci apre le porte della sua scatola delle meraviglie.
Memore della tecnica dell’assemblaggio di cui Joseph Cornell fu pioniere, la Saar la utilizza per creare una sorta di flusso di coscienza che esplora la memoria femminile, l’identità afroamericana, ritualità e misticismo, raccontando storie personali e piccoli gesti quotidiani, raccogliendo gli oggetti più comuni e variegati – da un paio di guanti di sera ad un rosario, agende formato mignon, e ventagli.
Ogni opera è un vero e proprio scrigno che ci apre le porte di un mondo in miniatura. Vige la regola della stratificazione di significati, dell’accozzaglia dal gusto decadente e dell’associazione di ricordi.
Abbiamo dunque cofanetti o valige che si aprono mostrando assemblaggi di frammenti di diari, vecchie fotografie consumate, ciondoli, clessidre impolverate, specchi infranti e petali secchi. Altri assemblaggi, più recenti, sono contenuti invece in gabbiette, una scelta esplicativa che va ad abbracciare il concetto di segregazione e sopravvivenza.
Ogni opera è un microcosmo a parte, e allo stesso tempo ognuna è un tassello che va a comporre il macrocosmo-Betye Saar, un universo complesso fatto di valori come la denuncia al pensiero maschilista ed eurocentrico e di critica sociale contro stereotipi razziali e sessisti radicati nella cultura americana.
Una nota a parte va all’installazione Alpha&Omega (2013-16). Mettere piede in questo ambiente circolare è come immergersi in una bolla. Le pareti azzurre, i frequenti richiami a stelle e pianeti, la comunicazione che si crea fra gli oggetti e lo spazio, tutto allude al viaggio iniziatico e all’esperienza della vita umana. Uno spazio che, esplorando l’idea della circolarità, ci permette di fluttuare in un universo magico.
Betye Saar: Uneasy Dancer è in mostra presso Fondazione Prada, Milano, fino all’8 Gennaio 2017.