R.I.P. Gabriele Basilico
Milano 1944 - 2013
13 Febbraio 2013
«E’ certo che io faccio fotografie in relazione al principio e all’esperienza estetica della “visione”. In questo senso io sono pienamente fotografo. Ma è anche vero che la fotografia e non solo come linguaggio, è entrata da parecchio tempo, e a buon diritto, nel mondo dell’arte. Sono convinto però che un’unità della fotografia nel grande bacino della ricerca artistica è un’idea troppo riduttiva: una cosa è usare la fotografia come linguaggio per comunicare un’opera concepita in modo diverso (per esempio un’installazione), un’altra cosa è pensare fotograficamente, interpretando la realtà».
Aveva 68 anni. Gabriele Basilico muore oggi a Milano. Più che come fotografo ci piace ricordarlo come esploratore, documentarista, amante della prospettiva, degli elementi architettonici. Rappresentava la realtà rigorosamente in bianco e nero. Il suo primo impegnativo lavoro risale al 1982 quando realizza un ampio reportage sulle aree industriali milanesi intitolato: Ritratti di fabbriche, attraverso il quale si può quasi percepire la sua voglia di sperimentare un linguaggio nuovo, in grande libertà e senza condizionamenti ideologici. Milano, per Basilico, è stata il laboratorio in cui si è andato strutturando un metodo progettuale.
"It 's certain that I make photographs to the principle and the aesthetic experience of" vision. "In this sense, I am fully photographer. But it is also true that photography not only as a language, has entered a long time, and rightly so, in the art world. But I am convinced that a unit of photography in the great basin of artistic research is too narrow an idea: a thing is to use photography as a language to communicate a work conceived in a different way (installation), another thing to think photographically, interpreting reality. "
He was 68. Gabriele Basilico died today in Milan. More than a photographer we like to remember him as an explorer, documentary filmmaker, lover of perspective, architectural elements. He represented the reality strictly in black and white. His first hard work goes back to 1982 when performing an extensive report on the industrial areas in Milan entitled Portraits of factories, through which you can almost feel his desire to experiment with a new language, in complete freedom and without ideological constraints. Milan, Basil, was the laboratory in which they went structuring a design method.