Quali opere d’arte piacciono a Kim Jones?
Un catalogo di Sotheby’s dà un insight sui gusti del creative director di Dior
26 Febbraio 2020
La celebre casa d’aste Sotheby’s ha invitato Kim Jones, creative director di Dior Homme, frequente collaboratore di artisti contemporanei e collezionista, a creare una piccola selezione di venti opere circa dal catalogo dell’asta “Contemporary Curated”. Jones ha scelto le sue opere preferite da un catalogo di oltre 250 lotti che include sia artisti contemporanei pop come Takashi Murakami, KAWS e Yayoi Kusama che fotografi, scultori, gioiellieri e pittori del calibro di Hockney e Willem de Kooning. Prima di andare all’asta il prossimo 6 marzo, le opere saranno protagoniste di un’esibizione a New York che inizierà il 28 febbraio. Parlando delle sue scelte e dei suoi gusti con Vogue, Jones ha affermato:
“Sono molto rapido a fare scelte su cose che mi piacciono. Credo sia lo stesso quando lavoro a una collezione. Ho scelto opere che amavo, che risuonavano con me ed erano connesse al mio lavoro per Dior.”
Queste opere possono aprire una finestra sui gusti estetici e le ispirazioni di Jones. La più simile a un capo di vestiario è Hustle Coat di Nick Cave, un cappotto normale all’esterno ma la cui fodera interna è una vera e propria armatura di gioielli. La mescolanza di un classico item del guardaroba maschile con accessori di lusso è un elemento declinato in maniere molto differenti da Jones nelle sue varie collezioni, in cui l’estetica del classico cappotto da uomo era ridefinita dall’utilizzo di accessori preziosi. È notevole appunto l’amore che Jones prova per gli accessori dato che, in mezzo a dipinti e lavori di design, ci siano ben due accessori preziosi come una spilla con diamante di Alexander Calder e il copricapo color cobalto Decatur di Simone Leigh. Il resto delle opere alternano una minimalistica essenzialità come ad esempio uno degli ensemble di opere senza titolo di Raymond Pettibon e un quadro di Kerry James Marshall a lavori più caotici, pieni di caricature stilizzate della figura umana come il quadro Waiting Outside di Jonathan Lyndon Chase e il Who’s She Looking For? di Jim Nutt. Il più bel quadro di tutti, però, è Gregory in the Pool di David Hockney, forse il più grande pittore vivente insieme a Gerhard Richter.
Nessuna delle opere scelte è classica nel senso proprio del termine. Sembrano tutte il riflesso di un’immaginazione vivida e caotica. Opere come The Strangers di George Condo o Civic Center di Wayne Thiebaud, ad esempio, deformano la realtà al limite del grottesco ma con una decisa vena comica e uno humor acido. Lavori diversissimi fra loro come Flesh di Doug Aitken e Untitled Film Still #62 di Cindy Sherman invece sembrano riflettere l’amore di Jones per le vecchie riviste di moda esprimendolo uno attraverso un potente uso del lettering e l’altro attraverso un autoritratto nostalgico dell’artista che rilegge la sua identità impersonando vari ruoli culturalmente codificati. Lo stesso apparente caos domina alcune delle creazioni di Dior, le più elaborate e dense di grafiche.
Charlotte Van Dercook, direttrice delle aste “Contemporary Curated” di Sotheby’s, ha deciso di intraprendere questa collaborazione e invitare Jones come guest curator per via del continuo dialogo fra il designer e il mondo dell’arte contemporanea che si manifesta in ciascuna delle collezioni di Dior, ognuna ispirata al lavoro di un diverso creativo. Inoltre, sul piano commerciale, quest’asta è indirizzata anche ai compratori più giovani, e la capacità di Jones di tradurre il linguaggio dell’arte moderna in forme che le nuove generazioni siano in grado di amare è stato un altro importante fattore nella scelta di invitarlo a curare la propria selezione di opere. La sua selezione viene infatti presentata come una serie di opere espressive del gusto di Jones, filtrate attraverso la vision del designer.
In generale, però, ciascuna di queste opere può diventare una finestra su una delle menti creative più influenti della moda di oggi e rappresentare anche un’occasione per esplorare un mondo, quello dell’arte contemporanea, che raramente è spiegato e raramente è compreso, fungendo da efficace ponte fra il pubblico e i più importanti artisti dell’ultimo secolo.