Art and Numbers
25 Novembre 2010
Mario Merz (Milano 1925, Torino 2003), grandissimo esponente dell’arte povera.
Dopo un esordio pittorico espressionista con accostamenti all’informale, giunge intorno alla metà degli anni sessanta a realizzare installazioni servendosi di oggetti di uso comune diventando presto uno dei maggiori esponenti italiani dell’ Arte Povera.
A partire dagli anni settanta fa ricorso alla progressione numerica di Fibonacci (nella quale ogni numero è dato dalla somma di due precedenti), che sta a suggerire la proliferazione ordinata e inarrestabile del mondo naturale e della vita. È forse l’aspetto più noto di un rapporto tra matematica e arte contemporanea che è stato prevalentemente studiato, ma anche confinato, nell’ambiente dell’astrattismo e dei suoi successivi sviluppi. Ciò non per considerare le sue opere una bizzarra anomalia, ma frutto dell’intuizione più acuta e pertinente che poteva fare un esponente “poverista “, portatore di una poetica legata all’idea dinamica e vitale della natura.
Merz successivamente ritorna alla pittura gestuale, dai colori vivaci, che però mette in relazione ad oggetti, aiu numeri di Fibonacci ed altri motivi iconografici.
Mario Merz affermava e sottolineava la connessione tra immagine e rimandi simbolici <<LA PITTURA PRENDE VITA NELLA MENTE ANCORA PRIMA DI ESSERE FATTA. SE L’IMMAGINE è PERFETTA DIVETA UN DIPINTO…>>.