Milano Moda Graduate 2016
I 12 talenti di Istituto Marangoni
28 Giugno 2016
Martina Ferrara
Giovani, ambiziosi, creativi. Sono i giovani che ogni anno si laureano presso il prestigioso Istituto Marangoni di Milano, che dal 1935 forma i fashion designer di domani.
Quest’anno nss magazine è media partner dell’evento più atteso: il graduate show. Tre anni di studio e sacrifici confluiranno questa sera in un evento patrocinato da Camera della Moda Italiana in collaborazione con Piattaforma Sistema Formativo Moda, che vedrà protagonisti i dodici studenti dell'Istituto più meritevoli insieme alle proprie creazioni.
Mentre attendiamo di assistere alla sfilata-evento presso lo Spazio BASE di via Bergognone a Milano, li abbiamo incontrati dove tutto è cominciato, per conoscere i volti – e le idee – degli interpreti della moda che verrà.
Wan Wan Ru, Men’s wear designer – “Urban Safari” “Una volta finiti gli studi mi piacerebbe fare un’esperienza di almeno due anni all’interno di una grande azienda di moda, per poter approfondire le mie conoscenze e metterle in pratica. Più avanti potrei considerare l’idea di lanciare un mio brand, ma per il momento sento di avere ancora molto da imparare”. | |
Antonio Pecov, Women’s wear designer – “Theory of Pleasure”
“Tra i brand degli ultimi due anni trovo molto interessante il nuovo Gucci, il cui new romantic ha portato un po’ di aria fresca a Milano e alla moda italiana in generale. Un altro ritorno interessante è stato quello di Loewe, e tra la scena newyorkese apprezzo molto Proenza Schouler, lo trovo molto innovativo nell’uso dei materiali e del gioco delle silhouettes”. | |
Shames Michael Lutchmiah, Women’s wear designer – “The Uncovered Child”
“Credo che la decisione crescente dei brand di unificare le sfilate uomo e donna sia molto utile, sia dal punto di vista economico – in quanto si riducono i costi, realizzando una sfilata al posto che due – sia per quanto riguarda la possibilità dei buyer di acquistare i prodotti. Il panorama moda è in piena evoluzione e sta spingendo il concetto di genderless, quindi anche il mercato dovrebbe orientarsi in questa direzione”. | |
Vladislav Krivdin, Men’s wear designer – “Street Cyb”
“Una volta uscito da scuola mi piacerebbe molto lavorare per Y-3, il brand nato dall’unione tra Yohji Yamamoto e adidas. Mi piace molto lo stile di Yohji, perché non fa mai cose banali e per Y-3 usa sempre materiali tecnici e innovativi. È uno streetwear alto, ricercato”. | |
Costanza Pirazzoli, Men’s wear designer – “Il Visconte Dimezzato”
“In questi tre anni di Marangoni la mia estetica si è evoluta in maniera piuttosto drastica. Come molti ho iniziato favorendo un unico colore, il nero, ma il mio cambiamento più importante è avvenuto a livello di genere: dopo due anni di design femminile, quest’anno ho scoperto di essere più a mio agio con il design maschile. Oggi trovo la moda uomo molto più interessante e stimolante, anche se nei miei capi mi piace giocare con dettagli unisex”. | |
Annamaria Calabrese, Women’s wear designer – “Décalage”
“Questi tre anni in Marangoni mi hanno stimolato moltissimo, e mi hanno permesso di raggiungere risultati che non avrei mai pensato di poter raggiungere. La mia visione della moda si è estesa: ho scoperto numerose sfaccettature di questo lavoro e, oltre al disegno, nel futuro mi piacerebbe dedicarmi alla ricerca stilistica all’interno di un ufficio stile”. | |
Martina Micci, Women’s wear designer – “History of Urban Beauty”
“Oltre a Milano mi piacerebbe vivere a Londra o a Parigi. Entrambe sono capitali della moda e offrono fonti di ispirazione molto diverse. Milano resta comunque una città molto stimolante, eclettica: ci trovi di tutto, dal museo di arte moderna al concerto jazz. Bisogna solo essere grandi osservatori e avere voglia di scoprire, che è la base di questo lavoro”. | |
Yu Yao, Women’s wear designer – “Zen Dream”
“Quando sono entrato in Marangoni la mia estetica era più semplice, da un’ispirazione riuscivo a immaginare solo un singolo look. In questi anni ho imparato a trasformare le mie idee in qualcosa di più complesso, sviluppandole in collezioni più ampie e ricercate”. | |
Quanqun Quns, Men’s wear designer – “Lyon Heart”
“I brand più interessanti del momento a mio avviso sono Gucci, JW Anderson e Thom Brown. L’estetica di Alessandro è molto vicina alla mia: fantasiosa, colorata, ispirata al passato. Con JW Anderson e Thom Brown ha in comune la teatralità”. | |
Praeploy Sooksawee, Women’s wear designer – “Disguise”
“I social network ormai fanno parte della vita di tutti, e aiutano noi designer a capire cosa la gente indossa in un preciso momento. Lo street style ci aiuta a prevedere e creare lo stile che verrà. Il mio social preferito è Instagram: è immediato e comprensile a tutti grazie al linguaggio delle immagini, che è universale. Tra i miei account preferiti ci sono @toiletpapermagaddiction e @6doki_official”. | |
Rongci Yan, Men’s wear designer – “Don’t be Serious”
“Mi piacerebbe molto lavorare per Moschino. Come suggerisce il nome, la mia collezione di fine anno è molto giovane, colorata, ironica. Adoro il modo di fare moda di Jeremy Scott, non si prende mai troppo sul serio”. | |
Lunnio, Women’s wear designer – “Mars Garden”
“Mi piacerebbe fondare un brand che porta il mio nome: Lunnio. Si tratta del mio nome + cognome koreano letto al contrario, il che lo rende unico. Mi piace invertire le cose, anche quando si tratta di vestiti”. |