The "Irriducibili" of Lazio leaves the Curva Nord
The group of supporters of the capital's team dissolves
February 28th, 2020
Dopo 33 anni di onorato servizio nella Curva Nord dello Stadio Olimpico di Roma, gli Irriducibili sono pronti ad andare in pensione. Lo storico gruppo di sostenitori biancocelesti, attraverso un lungo comunicato che ripercorre la storia della tifoseria, ufficializza il suo scioglimento.
Come per tutte le cose della vita, esiste un inizio e, inevitabilmente, una fine. C’è un tempo per tutto. Anche su quelle storie fantastiche, gloriose, prima o poi, cala il sipario. L’importante è averle vissute queste storie. Da protagonisti, da leoni, anche pericolosamente. Senza rimpianti, senza rimorsi. Proprio così, dopo trentatré anni abbiamo deciso di sciogliere il gruppo che ha scritto pagine importanti di storia, gloriose, che ha semplicemente rivoluzionato il panorama ultras, non soltanto italiano, ma anche internazionale. […] Ma ora è tempo di andare avanti. Troppo sangue versato, diffide, arresti. Sempre a testa alta, abbiamo pagato sulla nostra pelle ogni situazione. […] Da oggi ci sarà una svolta epocale. Senza precedenti per la Nord. Per la prima volta in curva sarà presente soltanto uno striscione, dietro il quale si identificherà tutta la tifoseria laziale: Ultras Lazio. Con la stessa voglia di sempre. Stesso entusiasmo, stessa adrenalina. e, soprattutto, con lo stesso spirito di quelli che eravamo, siamo e saremo.
Dopo 11.822 giorni, uno scudetto (99-00), sei Coppe Italia (97-98, 99-00, 03-04, 08-09, 12-13, 18-19), 5 Supercoppe Italiane, una Coppa delle Coppe. (98-99), una Supercoppa UEFA (99), la Curva Nord avrà un nuovo gruppo di tifosi.
“Storie fantastiche” si legge nel comunicato e ce ne sono davvero tante. Tante come le novità che gli Irriducibili hanno portato sulla scena del tifo organizzato. “Da protagonisti”, perché è così che i biancocelesti della Nord hanno in un certo qual senso rivoluzionato gli standard della curva. Basti pensare che non si sono fermati alla costruzione di un gruppo, ma sono andati oltre, fino ad arrivare alla costruzione di un vero brand grazie a Mr. Enrich, un personaggio anticonformista tratto da un fumetto britannico che diventerà il simbolo di un’ideologia che è durata più di 30 anni. Basti pensare proprio allo stile inglese, grande fonte di ispirazione del gruppo, che arriverà negli stadi italiani grazie ai laziali, con le sciarpe in stile “popular” con tanto di toppa cucita lana. Stile ed estetica che per la prima volta arrivano in maniera consolidata all’interno delle curve, con la scelta del casual che diventerà una sorta di etichetta per gli ultras - e per questo motivo anche motivo di strumentalizzazione da parte dell’estrema destra.
L’influenza, sia positiva che negativa, che hanno avuto gli Irriducibili è stata significativa, sotto tutti i punti di vista: estetico, ideologico, politico. Tramonta un’era, dunque, non solo un gruppo di tifosi. Cala il sipario su chi non ha avuto paura di schierarsi contro la società, sia essa intesa come calcistica, moderna, fatta di TV e distante dal modo di pensare dell’ultras. Si scioglie chi è andato oltre il tifo provando ad andare alla ricerca di uno stile di vita. Lo stesso lancio del brand IRR è stato forse sottovalutato come impatto stilistico della curva, quasi sempre vista in ottica negativa. Lo stile della Nord è sempre stato al centro delle dinamiche del gruppo, come testimonia l'iniziativa del 2017 che ha portato alla redazione di vere e proprie regole di stile da rispettare quando si va in curva allo Stadio Olimpico. Del resto, "Irriducibili è stata una fucina di idee, di innovazioni, di una mentalità ultras sconosciuta fino a quel momento" scrivo gli Irriducibili nel comunicato.
Innovazione, stile, spettacolari coreografie, tradizioni inglesi riadattate al calcio italiano, ma anche tanti lati oscuri. Le vicende contro Claudio Lotito, presidente della Lazio dal 2004, sono ormai note a tutti, così come la lotta al merchandising che la curva ha sempre sostenuto nei confronti della società. Lotito non è stato il solo ad essere preso di mira: stessa sorte, ad esempio, spettò a Calleri nell'1988, agli albori del gruppo. Anche all'interno della stessa curva, gli Irriducibili non sono sempre stati impeccabili. L'affiancamento ai Viking, gruppo che ha controllato il tifo organizzato della Lazio fino alla fine degli anni '80, è stato poco turbolento. Le vicissitudini con gli Eagles, invece, sono state tutto fuorché pacifiche: dalle modalità delle trasferte (classica contrapposizione tra la trasferta "in treno con gli Irriducibili" e "in pullman con gli Eagles") alla tensione sfociata in violenza nella partita tra Lazio e Barletta.
Oscurità che sotto un certo punto di vista viene riportata anche nel comunicato ufficiale, quando si fa riferimento alla scomparsa del leader del gruppo Fabrizio Piscitelli, per tutti Diabolik:
Un gruppo invidiato dal mondo intero che, purtroppo, ha perso 7 mesi fa uno dei suoi e dei nostri leader più carismatici: Fabrizio. [...] Troppo sangue versato, diffide, arresti. Sempre a testa alta, abbiamo pagato sulla nostra pelle ogni situazione. Ed anche per rispetto di chi non c’è più siamo arrivati a questa decisione. Inevitabile.
Il motivo dello scioglimento non è direttamente collegabile alla morte di Piscitelli, episodio molto discusso dai media considerati i precedenti criminali del capo ultras laziale e che ha sicuramente dilatato la crepa già formatasi dopo la tragedia di Gabriele Sandri. La tifoseria della Lazio è sempre stata così: piena di contraddizioni, di controsensi, di contrasti, di orgoglio e di tifo, di luci e di ombre.
Cosa resterà degli Irriducibili? Tanto, o forse tutto. Resterà la convinzione che l'estrema destra è il cuore pulsante della Nord, resterà lo stile unico dei biancocelesti, resteranno gli innumerevoli sticker "IRR" in ogni angolo dell'Olimpico, resterà lo storico gemellaggio dell'Inter, resteranno le epiche sciarpate sulle note di "Vola Lazio Vola".