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In your shoes - Antonio Macko Todisco

Not just tattoos

In your shoes - Antonio Macko Todisco Not just tattoos
Photographer
Marco Albanese

Abbiamo deciso di metterci nelle “tue scarpe” per un giorno, vi mostreremo lavoro , sogni e passioni di persone che ce l’hanno fatta, professionisti nel  settore dell’ Arte a 360°, dalla moda alla musica, dal food design all’architettura, si racconteranno a noi attraverso un intervista fotografica 

Dopo Los Angeles e Miami, la serie tv dedicata ai tatuaggi “City Tattoo” approda a Milano con “Milano City Tattoo", e oggi a “In Your Shoes” abbiamo il piacere di incontrare uno dei protagonisti del Team: lui è Antonio “Macko” Todisco nato a Monopoli nel 1980. Dal suo primo viaggio a Los Angeles, nel 1994, si lega alla scena artistica della città e cerca di utilizzare i tipi di linguaggi nella sua arte e nei suoi tattoo.

1) Parlaci del tuo viaggio ad L.A., eri un ragazzino ma già con le idee ben chiare, cosa ti ha spinto verso la California e cosa hai trovato di prezioso una volta lì?

In realtà, come tutti i ragazzi a quell’età e in quell’epoca, non avevo un idea ben precisa di cosa stessi cercando, ma sentivo il desiderio di  evadere dalla routine, dalla mia città e seguire l’arte e la musica e andare a Los Angeles; così dopo aver convinto i miei genitori ho fatto un tour della California durato circa 2 mesi. Frequentando il Liceo artistico ed essendo amante dei graffiti ad L.A. ho trovato un riscontro reale alle mie passioni, ho potuto vedere e toccare con mano tutto ciò che vedevo da casa in TV. Ed effettivamente era proprio così! Prezioso è stato il contributo del mio mentore Josè Lopez, l’affetto degli amici e lo scoprire luoghi popolati da razze e culture diverse che convivono tra di loro, che si fondono creando vere e diverse forme d’arte, cosa che nel '94 in Italia era quasi impossibile da vedere. Da allora ci ritorno quasi una volta all’anno 

2) Prima di maestro del tattoo ,sei stato e sei anche un’artista, quali sono le altre forme d’arte a te più vicine?

La Pittura, in assoluto, ho passato l’infanzia con mio nonno che era un’artista affermato nella paesaggistica, da lui ho imparato tutto,dalle forme all’uso del colore, che poi ho coltivato anche al liceo Artistico con l’indirizzo in Pittura. All’università ho frequentato l’Accademia delle Belle Arti prendendo Scultura, volevo cambiare e acquisire nozioni di forma e tridimensionalità che sono tornate poi utili nel lavoro. Mi sarebbe piaciuto che mio nonno fosse qui per vedere che tutto ciò che mi ha insegnato ora è diventato il mio lavoro, è l’eredità più bella che un nipote potesse avere, una ricchezza che va al di la del denaro.

3) Il tattoo come arte si sta espandendo e molti sognano di fare di quest’arte una professione, cosa consiglieresti?

A malincuore devo contraddirti un po’,  più che come arte si sta diffondendo come “moda”, da quando è scoppiato il boom tra i reality in Tv e i vari social, il tatuatore sta iniziando ad essere considerata una professione vera e propria, e molto spesso i ragazzi degli istituti d’arte mirano a fare questo mestiere come se fosse un modo facile per tirar su uno stipendio (ed è così che poi vedi sempre più spesso gente in giro con brutti tattoo). Fare il Tatoo designer significa fare dell’arte, ogni tatuatore è in primis un artista che a seconda del suo percorso acquisisce uno stile, e con lo stile acquisisce i suoi “seguaci” e così che si forma una crew, ed è così che se crei una tuo mood personale i followers di quella scuola di pensiero, verranno da te a farsi tatuare da ogni parte del mondo. Solo allora potrai dire di star facendo dell’arte.

4) Cosa chiederebbe il tuo cliente ideale?

Il mio cliente ideale è colui che mi conosce, si fida di me e mi dice “oggi voglio tatuarmi tutto il braccio” lasciando a me carta bianca e spazio alla creatività sapendo che lui ne sarà soddisfatto. Non ho una tipologia di disegno che preferisco ma indubbiamente prediligo lo stile “Black and Grey", che non si riferisce al comune color ” bianco e nero” ma è un vero e proprio mood di fare i tattoo, un guardare al tatuaggio in maniera figurativa, una tecnica basata sulla tridimensionalità data dalle ombre e sfumature. Inoltre, aggiungo, che non credo alla storia della scelta del disegno perché ha un “significato“, ma credo che sia l’esatto momento storico della vita in cui uno decide di tatuarsi, che racchiude in se tutto il senso di quello che poi sarà l’immagine che porterà sul corpo.

5) Raccontaci la tua avventura in Tv, com’è nata? Quali soddisfazioni ti ha portato? 

Era da un po’ di anni che era nell’aria, collaborando a Milano con il mio socio che è anche produttore televisivo, spesso si era parlato della possibilità di portare in Italia la serie tv dedicata ai tatuaggi prodotte per Discovery che già stavano spopolando negli States… e un bel giorno, ad Agosto tornato da L.A. lui mi dice “dalla settimana prossima si inizia a girare”, e così è stato! In 2 mesi abbiamo registrato tutte le puntate della serie, è stato molto veloce e ciascuno di noi ha dovuto incastrare la propria routine lavorativa con le riprese tv, perché l’obbiettivo era quello di far uscire il programma entro l’anno. E’ stata una bella esperienza, in particolare questa fusione tra il mondo dei Tattoo e quello della Tv, nonostante fosse per noi una cosa nuova, abbiamo instaurato con la troupe un rapporto di rispetto reciproco essendo da entrambe le parti ciascuno colosso nel proprio campo d’azione; infatti Lo staff televisivo vanta un curriculum pauroso, a cominciare dal regista Francesco Imperato che ha riscosso quest’anno un audience pazzesca con il programma su MTV “Ginnaste vite parallele”, fino all’autore, impegnato attualmente in “Invasioni Barbariche”. Questa esperienza mi ha portato ad avvicinarmi ad un altro mondo diverso da quello della gente dei Tattoo, a quelle “persone normali” che riescono a capire qualcosa, lontana dal loro modo di pensare, solo dopo averla vista attraverso lo schermo di una tv. Ho avuto anche molte critiche da questa gente e anche dai classici Haters e questa cosa mi ha divertito molto, ma credo se sei una persona un po’ più debole la tv e le critiche ti devastano. 


Los Angeles and Miami, the TV series dedicated to tattoo "Tattoo City" arrives in Milan with “Milano City Tattoo", and today at “In Your Shoes”  we have a pleasure of meet one of the stars of the team: he is Antonio “Macko” Todisco, born in Monopoli in the 1980. Since his first trip to Los Angeles in 1994, he binds to the art scene of the city and tries to use the types of languages ​​in his art and in his tattoo.

1) Tell us about your trip in LA, you were a kid but already with clear ideas, what drove you to California and what have you found of precious once you get there?

In fact,i think that like all boys at that age and in that time I didn’t have a very clear ideas of what I was looking for, but I felt the desire to escape from routine, from my home town and follow the art and music and go to Los Angeles, so after having convinced my parents, I did a California tour lasted about 2 months. Given that I was attending the Art School and I was a lover of graffiti in LA I found this feedback to my passions, I could see and touch everything I saw on TV from home .. And indeed it was! Valuable contribution was my mentor Jose Lopez, the love of friends and discover places populated by different races and cultures living together, which blend together to create real and different forms of art, which in 94 in Italy it was almost impossible to see. Since then we return almost once a year

2) Before becoming a a master of tattoo, you have been, and still are now, also an artist, what are the other forms of art closest to you?

Painting, ever, I spent my childhood with my grandfather who was an artist affirmed in landscape, from him I learned everything from the use of color forms, which I then also cultivated the art school with the address painting. In college I attended the Academy of Fine Arts Sculpture taking, I wanted to change and acquire knowledge of shape and three-dimensionality that are useful in the work back then. I would like that my grandfather was here to see that everything he taught me has now become my job, is the most beautiful legacy that could have a nephew, a wealth that goes beyond money.

3) The tattoo as an art has been expanding in the world, and many dream of doing of this art a real profession, what would you recommend? 

Unwillingly I have to contradict you a bit, rather than as art is spreading like" Trend", since when it was the boom of reality shows on TV and in the various social Network, the tattoo artist is beginning to be considered a real profession, and very often the students of the art schools aim to do this job as if it were an easy way to bring up a salary (and for this reason  more often you see people in the streets with ugly tattoos). Doing a Tattoo designers is make art, every tattoo artist is first and foremost an Artist depending on its path acquires a style, and the style acquires its "followers" and so formed a crew, and that's if create a mood of your staff, the followers of this school of thought, will come to you to get tattooed from all over the world .. Only then can you say you're doing art.

4) What would require your ideal customer?

My ideal client is one who he knows me, he trusts me and said, "today I want to tattooed all over the arm", leaving me carte blanche to the my creativity and knowing that he will be satisfied. I do not have a favorite type of design but definitely prefer the style of "Black and White", which not refers to the common color "black and white" but it is a real mood to do the tattoo, a look at the tattoo in a figurative, a technique based on three-dimensional data from the shadows and shades. In addition, I do not believe in the story of the choice of design because it has a "meaning", but I think this is the exact historical moment in the each life when one decides to get a tattoo, because it combines all the way to what would later be the image that will lead to the body.

5) Tell us about your TV adventure, how was going ? Which satisfaction brought you?

It was a bit 'of years that was in the air, Given that I working in Milan with my partner (tv producer), had often talked about the possibility of bringing in Italy the TV series dedicated to tattoos produced for Discovery that were already most famous in the States ... and one day, in August returned from LA he says "next week we start to video shoot," and so it was! In two months we have seen all the episodes of the series, was very fast and each of us had to fit their work routine with TV footage, because the goal was to bring out the program this year. It 'was a great experience, especially the fusion between the world of Tattoo and that of the TV, even though it was a new thing for us, we have established with the crew being a relationship of mutual respect on both sides of each giant in its field of action, because staff television boasts of curriculum scary, starting with director Francesco Imperato which met this year with audiences crazy with the program on MTV "Ginnaste vite parallele", to author, currently working in "Invasioni Barbariche". This experience has led me to get closer to another world different from that of the people of the Tattoo, those "normal people" who are able to understand something, far from their way of thinking, only when it is seen through the screen of a TV. I also had a lot of criticism from these people and also from the classic Haters and this thing was fun, but I think if you're someone a bit weaker TV and criticism devastate you.