Vedi tutti

L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici

Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici

L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici

Vi sarà capitato di leggere qualche cattivo presagio in questi giorni di Giochi Olimpici a Parigi. Cattivo gusto, ma forse realmente premonitorie in vista di Los Angeles 2028. D’altronde, gli scenari e le ambientazioni che ci sta regalando la capitale francese non potranno essere eguagliati dalla West Coast californiana tra quattro estati: Remco Evenepoel che allarga le braccia con la Tour Eiffel a svettare sullo sfondo, il dressage allo Chateau de Versailles. E ancora lo stesso simbolo parigino quasi ad osservare dall’alto il beach volley, la scherma al Grand Palais. Senza dimenticare la meravigliosa ambientazione del surf in Polinesia Francese, con persino una balenottera spuntata dall’acqua a godersi lo spettacolo. Anche ai tornei di pallacanestro 3x3 non è andata malissimo. Così come per lo skateboard, si è optato per far svolgere l’azione a Place de la Concorde. Un’altra, l’ennesima location storica.

Per entrambi, una location sì storica ma in contraddizione con ciò che si portano dietro: l’essenza primitiva del vivere lo sport per strada, sbucciandosi ginocchia e gomiti sul cemento. Che sia per schiacciare o per infilare il trick di giornata. Un ulteriore fattore in comune tra questi due sport è l’essere stati mostrati al pubblico generalista per la prima volta ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, in quella che sta risultando essere una vera e propria rivoluzione - e questa volta non c’entra nulla il ‘700.

L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici | Image 521580

Se mettiamo in fila anche l’innovativa introduzione della breaking, gli indizi diventano troppi per non risultare in una prova conclamata: il Comitato Olimpico Internazionale sta allargando gli orizzonti, e si è incamminato verso una direzione sportiva che non debba per forza coinvolgere palestre o piscine per le varie discipline olimpiche. Emancipandosi da mamma 5x5, da sempre legata a spazi chiusi, la pallacanestro 3x3 porta con sé anche la libertà del giocare all’aperto.

Come se tutto ciò non bastasse, questa è una disciplina che, in ordine: si fa guardare, fa divertire e ha per ora portato con sé quel pizzico tra imprevedibilità e pazzia agonistica. Basti pensare che, al contrario dei tornei maschili e femminile di pallacanestro giocati prima a Lille ed ora a Bercy, in quest’estate parigina la delegazione degli Stati Uniti ha raccolto ben poco rispetto alle solite ambizioni dominanti a stelle e strisce. Il bronzo vinto da Cierra Burdick, Dearica Hamby, Rhyne Howard (ex Famila Schio) ed Hailey Van Lith lascia un retrogusto amaro, e forse l’alibi legata all’assenza della seconda scelta all’ultimo Draft WNBA Cameron Brink, vincitrice dei Mondiali 3x3 l’anno scorso a Vienna ma infortunatasi poco prima di Parigi 2024, non è sufficiente. Non lo è di certo, senza alcun forse, il risultato tratto dai corrispettivi colleghi e connazionali maschili: il quartetto composto da Jimmer Fredette, Canyon Barry (figlio di Rick Barry, e infatti tira i liberi da basso come il padre), Kareem Maddox e Dylan Travis torna in patria senza nessun metallo attorno al collo. C’è da dire che le premesse non erano delle migliori: complessivamente, le due squadre americane hanno iniziato i rispettivi tornei con uno 0-7 da incubo. Poi, se le prime si sono rialzate con cinque vittorie consecutive prima di perdere in semifinale con la Spagna, il 3x3 maschile a stelle e strisce è terminato prima della fase a eliminazione diretta, perdendo in malo modo (15-6) contro l’Olanda. Con il senno di poi, quello potrebbe essere stato l’antipasto ad una cena a 3 stelle Michelin per gli Oranje, saliti sul tetto Olimpico.

Fare conoscenza con il basket 3x3, se si è abituati al classico 5vs5, non è immediato. Certo, il concetto alla base rimane il medesimo: si segna facendo entrare il pallone nel canestro avversario, e chi segna più punti si aggiudica la partita. Ma già nel capitolo 1.1 della Bibbia cestistica c’è un elemento discordante con l’innovativa disciplina che ha da poco terminato il suo secondo debutto Olimpico. Il concetto di “canestro avversario” non esiste, perché si gioca solamente su una metà campo, con un terreno di gioco da 11x15.

Si può vincere una partita di pallacanestro 3x3 arrivando a 21 punti, oppure risultando davanti all’avversario al termine dei consueti 10 minuti di gioco. Non esistono quarti, è tutto molto più immediato, frenetico, divertente per alcuni. Dimenticatevi dei tiri “da due” o “da tre”, che si trasformano rispettivamente in tiri “da uno” o “da due”, sempre con lo stesso meccanismo: all’interno della linea dei 6,75 metri, il canestro vale meno. Tutto ciò non solo per dare un’infarinatura a coloro che si trovano per la prima volta di fronte ad una disciplina simile, ma anche per raccontare la storia simbolo di quest’Olimpiade nel basket da campetto.

Fino al termine della stagione 2022-23, Worthy De Jong è sempre stato un “classico” giocatore di pallacanestro. Uno anche abbastanza bravo, considerato che ha trainato il suo ZZ Leiden al titolo della BNXT League da MVP delle finali nel 2021-22, e vista la sua produzione offensiva da 16.4 punti a partita con la nazionale olandese ad EuroBasket 2022. Poi, però, ha deciso che voleva scrivere la storia per davvero, ed ha cavalcato l’onda di un movimento sempre più in crescita nei Paesi Bassi, con campi da basket outdoor che spuntano come tulipani. Nella finale contro i padroni di casa francesi, prima forza il supplementare, e poi la chiude a modo suo, alzandosi dall’arco per la tripla (che in questo caso vale due) della vittoria. Un oro impronosticabile alla vigilia per i Paesi Bassi, che arrivavano in Francia con l’ambizione di far bene. Beh, hanno fatto benissimo. Anche grazie al tracollo di un’altra nazionale, a sua volta storica tre anni fa a Tokyo: la Lettonia, che da campionessa olimpica in carica perde la finale per il bronzo con la vicina di casa Lituania. Uno stato con, al contrario dei vincitori in arancio, una tradizione cestistica pluri-decennale. Da oggi, con un pizzico di innovazione in più.

L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici | Image 521603
L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici | Image 521602
L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici | Image 521601
L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici | Image 521600
L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici | Image 521599
L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici | Image 521605
L'importanza del basket 3x3 ai Giochi Olimpici Il segnale che qualcosa sta cambiando nella concezione degli sport olimpici | Image 521604

Se i Paesi Bassi, con il già citato 36enne Worthy De Jong, Jan Driessen, Dimeo van der Horst e Alvin Slagter, hanno scritto una pagina indelebile della propria pallacanestro, lo stesso si può dire della Germania. Nell’epopea d’oro del basket teutonico, con il bronzo ad EuroBasket 2022 e l’oro al Mondiale 2023 per la nazionale 5x5 maschile, anche il 3x3 femminile si mostra al mondo, conquistando una vittoria Olimpica contro un’altrettanto sorprendente Spagna. Sonja Greinacher, MVP e trascinatrice delle sue, insieme a Svenja Brunckhorst, Marie Reichert e Elisa Mevius, mettono firma ad un altro importante capitolo nel romanzo da sogno della pallacanestro tedesca contemporanea. Guardando al futuro, ovviamente.

Perché se la pallacanestro 3x3 ha insegnato qualcosa al suo pubblico - che sia nuovo o “trasportato dal 5x5” non importa più di tanto - prima a Tokyo 2020 e poi a Parigi 2024, è che è destinata a rimanere per crescere. In termini di popolarità, di nuovi atleti o di giocatori che si possono sentire più affini agli spazi, ai ritmi, ed alle consuetudini di una pallacanestro diversa, forse più vicina a tutti. A quelli che passano il pomeriggio a tirare sotto casa, che tanto basta un canestro. Uno solo, quello nel quale un tiro da due può darti un oro olimpico a due passi dal Louvre.