La plastica e il design. La plastica e l'arte.
25 Febbraio 2010
Plasmabile, colorata, trasparente, gonfiabile, soffice, resistente, sono solo alcune delle caratteristiche del materiale più versatile di tutti i tempi: la plastica.
Il nome stesso è riduttivo per descrivere la famiglia di materiali le cui potenzialità sono dettate dalle esigenze del progettista e i cui limiti risiedono solo nelle attuali conoscenze chimiche e tecnologiche.
Economia, leggerezza, ripetività ed enormi potenzialità creative hanno portato alla produzione, dalla fine dell’800 ad oggi, a una infinita varietà di oggetti d’uso comune o decorativi.
Ventilatore elettrico, anni '40
Set da cocktail, anni '30
Dal punto di vista storico ed artistico studiare l’evoluzione della plastica e dei suoi prodotti vuol dire analizzare lo sviluppo e la crescita delle tecnologie industriali, indagare sull’evoluzione dei comportamenti sociali, capire le relazioni tra scenario, processo creativo ed esigenze tecniche.
Macchina fotografica, anni '20
Poltrona Blow, 1967
Appendiabiti Cactus, 1971
Per approfondire il tema consiglio di sfogliare il libro L’Utopie du tout plastique (contenente una panoramica dei temi e degli oggetti riferibili al design e alla moda degli anni ‘60-’73) e una visita al museo Plart di Napoli.
Il Plart è uno spazio polifunzionale ma i suoi obiettivi principali consistono nell’attività museale e nella ricerca scientifica volta al restauro delle materie plastiche.
La configurazione espositiva (progettata dall’arch. Cecilia Cecchini) con le sue linee morbide e armoniose, le bacheche in Corian e la scelta degli arredi, dialoga perfettamente con lo spazio architettonico (progettato dallo studio di architettura Stile Libero) caratterizzato da antiche volte di tufo.
Struttura espositiva
Bacheca
L’esposizione permanente è caratterizzata dagli oggetti in vari materiali plastici che la curiosa imprenditrice Maria Pia Incutti ha collezionato negli anni, spesso acquistandoli ai mercatini. Principalmente si tratta di oggetti in plastica eterogenei, a cui non è facile dare date, aziende e provenienze precise. I pezzi più interessanti, a mio avviso, sono i risultati delle prime sperimentazioni con la plastica: mi riferisco a tutti quei prodotti nati per sostituire quelli artigianali e in materiali pregiati e costosi (come legno, cristallo, avorio, corallo) eppure ad imitazione di essi.
Pipa
Portacandela, anni '40
Specchio, anni '30
Poi ci sono i pezzi unici: le sperimentazioni in resina di Gaetano Pesce, le opere tra arte e design di Alessandro Ciffo e quelle tra arte e moda di Sandra Dipinto.
Vaso, Alessandro Ciffo
Collana, Sandra Dipinto
Medaglione, 1855
Infine bisogna citare i medaglioni in bois durci, materiale realizzato scaldando in uno stampo una mistura di polvere di legno (per conferire il colore desiderato) e albume d’uovo o sangue (come legante) e riferibile alla seconda metà del IX secolo. Un primordiale esempio di plastica biologica!
Fino al 15 marzo è inoltre possibile vedere la splendida collezione dei pettini in plastica di Gabriella Antonini, esempi tangibili di quanto possa essere sottile il confine tra artigianato e produzione industriale, arte, design e moda.
I pettini esposti (in napoletano pettinesse), molti dei quali riferibili agli inizi del XX secolo, sono modelli nati dalle prime sperimentazioni della plastica e a sostituzione della produzione in materiali preziosi.
Si tratta di pezzi unici, dalle forme armoniche e sinuose, spesso arricchiti da decori e
pietre simil-preziose, con una forte componente artigianale e artistica.
Il tema del pettine e la collezione Antonini hanno ispirato il designer Andrea Branzi nella progettazione di una collezione di 12 prototipi in materiale plastico, realizzati dall’azienda Scacchi e anch’essi in esposizione fino al 15 marzo.
Si tratta di oggetti-scultura, forme funzionali e simboliche, corpi evanescenti che Branzi sintetizza così: “Simboli segreti di una persona, dei suoi riti privati, di gesti più simbolici che funzionali. Omaggio alla bellezza spontanea di una donna incerta tra il pettinarsi e spettinarsi.”
Pettine Cavallo
Pettine sole
Pettine ZigZag